Prosegue la campagna di raccolta delle firme per la petizione sul servizio civile, finalizzata a trasformare il servizio civile in un servizio veramente universale e con la certificazione delle competenze ai sensi del decreto 13/2013. Scarica il TESTO della PETIZIONE.
La A.N.P.A.E. soggetto collettivo “Associazione Nazionale per la Parità di Accesso al servizio civile per tutti gli enti” ha avviato una RACCOLTA DI FIRME da consegnare al tavolo del Governo ed ai rappresentanti in Parlamento, in occasione della riforma in corso del servizio civile universale. La A.N.P.A.E. ritiene maturi i tempi per poter rivendicare posizioni migliorative per i giovani cittadini italiani interessati al servizio civile e per gli enti che intendono promuoverlo. La raccolta va effettuata compilando le caselle del nominativo avendo cura di inserire la data e il luogo di nascita e la città di residenza, oltre che il numero del documento di identità.
CONTENUTI DELLA PETIZIONE: Certificazione del servizio ai sensi del decreto 13/2013; Garantire il servizio a tutti i cittadini che intendono farlo senza limitazioni; Garantire il servizio a tutti gli enti che intendono progettare senza limitazioni, in assenza di fondi eventualmente introducendo il tetto di operatori volontari in capo agli stessi enti, secondo la logica per cui anziché lasciare fuori sistema enti che hanno ottenuto progetti approvati, limitare la quantità di progetti finanziati in capo a pochi enti privilegiati, ripartendo tra tutti gli enti accreditati; Concessione della possibilità di poter ripetere il servizio civile per i giovani che lo abbiano già svolto secondo criteri logici (ad esempio solo operatori meritevoli, dando precedenza sempre a parità di condizioni ai cittadini che non lo abbiano ancora svolto, ecc.) per evitare posizioni finanziate e non coperte, consentendo la partecipazione “con riserva” in caso di posti disponibili anche a chi ha già svolto il servizio civile; Aumento del compenso mensile degli operatori volontari del servizio civile da 444,30 euro a 500 euro mensili.
Servizio civile come strumento per l’integrazione dei giovani nel tessuto lavorativo e imprenditoriale attraverso la certificazione delle competenze.
Il servizio civile deve essere strumento di formazione e integrazione dei giovani nel tessuto economico del Paese, ma soprattutto strumento per l’integrazione dei giovani nel tessuto lavorativo e imprenditoriale del Paese. Il servizio civile, se vuole essere veramente incisivo, deve prendere in seria considerazione i dati allarmanti dell’Istat su disoccupazione e NEET.
Oggi il Servizio civile è una grande opportunità formativa, esperienziale e motivante per i ragazzi ma non guarda abbastanza allo sviluppo delle competenze degli stessi ragazzi che dovrebbero sempre più essere coinvolti attraverso progetti innovativi di apprendimento. Il servizio civile del futuro deve essere indirizzato a fornire e certificare competenze, a sviluppare abilità, ad aiutare i giovani nell’orientamento, nella formazione e nel self employment. La consultazione conclusasi il 18 aprile 2021 rivolta a giovani italiani – prevalentemente nella fascia di età 19-26 anni, per la gran parte donne – denominata Next Generation You e condotta attraverso il Dipartimento per le politiche giovanili con il supporto dell’Agenzia Nazionale Giovani e del Consiglio nazionale dei Giovani, ha stabilito inequivocabilmente che ben il 75% auspica un maggiore collegamento fra il servizio civile universale e l’accesso al mondo del lavoro ed anche che il 40% circa ritiene che il sistema di certificazione delle competenze acquisite per mezzo del servizio civile possa essere migliorato ai fini della spendibilità nella fase della ricerca di un’occupazione.
Maggiori Risorse Finanziarie e Tetto Massimo 500 volontari per Gli Enti contro il Monopolio in atto in capo a pochi enti “privilegiati”.
1) Su 436 Enti titolari di accreditamento circa 10 enti assorbono la quasi totalità dei posti disponibili mentre centinaia di enti accreditati, soprattutto comuni, rimangono costantemente esclusi dalle posizioni utili.
2) Su 14.904 Enti di accoglienza accreditati svariate centinaia di enti accreditati, soprattutto comuni, rimangono costantemente esclusi dalle posizioni utili.
Riguardo l’ultimo bando pubblicato, a fronte di 76.639 posizioni valutate positivamente dal Dipartimento Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale, risultano stanziate risorse per 54.181 posizioni. Ben 22.458 opportunità di servizio civile sono state escluse. A nulla sono valsi i molti i provvedimenti in Parlamento per trovare i circa 100 milioni necessari per impegnare 76.639 giovani. Appare evidente la necessità di mettere in campo uno sforzo maggiore in direzione di ulteriori fondi che, nel contesto del bilancio dello Stato, non sarebbe difficile trattandosi di 100 milioni. Oltre che sui giovani è opportuno soffermarsi ed avviare una profonda riflessione sulla alienazione dal servizio civile di centinaia di enti accreditati che lo promuovono ma che rimangono esclusi. Emerge inoltre la stortura ormai consolidata negli anni del “sistema” venutosi a creare nell’universo degli enti accreditati che presenta, a fronte di un numero relativamente ridotto di enti “privilegiati” stabilmente destinatari di decine di migliaia di posizioni finanziate, un numero notevole di enti ed organizzazioni – la quasi totalità degli enti accreditati – stabilmente esclusi o che riportano programmi e progetti validi, perché approvati in quanto valutati positivamente, ma non finanziati.
È necessario rendere il servizio civile universale anche e soprattutto in riferimento agli enti che intendono promuoverlo, perché trattasi di un Istituto dello Stato che – di fatto – è monopolizzato per la quasi totalità da pochi, sempre gli stessi, enti che risultano essere stabilmente destinatari della gran parte dei finanziamenti pubblici.
È necessario mettere in campo un cambio di rotta attraverso la istituzione di un tetto massimo per il numero di operatori volontari che un ente possa avere in carico: non oltre 500. A seguito di questo intervento si garantirebbe la pari opportunità agli aventi diritto e si renderebbe accessibile a tutti, gli enti che intendono promuoverlo, il servizio civile universale.
Grazie a tale intervento non si avrebbe la polemica sulla riduzione dei giorni a disposizione degli enti per esperire la procedura di selezione dei volontari da 90 a 37 in quanto la stessa è prodotta e veicolata mediaticamente proprio da quei pochi enti che rappresentano il monopolio sul servizio civile universale.